Buon Natale! Vesel Božič! Bon Nadâl!
Con queste parole, come ogni anno, ci augureremo di cuore tante belle cose per le feste di fine anno, per noi cristiani in particolare per Natale (e volendo fino all’Epifania). Abbiamo fatto il presepe, preparato l’albero, addobbato la casa, organizzato il cenone, andremo a messa nella Notte di Natale, come ogni anno. Già… come ogni anno.
Quasi a tutti piace il Natale, più della Santa Pasqua che è però il fulcro della nostra fede. Si dice piaccia per l’atmosfera “magica”, perché siamo tutti più buoni, per le luci, per i mercatini, per il brulé, per Babbo Natale, le renne e i suoi elfi. Piace per lo spirito natalizio. Già… ma questo spirito natalizio qual’è?
Sarebbe interessante fare un sondaggio sul significato del Natale. Farlo però in primis nella nostra comunità cristiana delle Valli o addirittura nelle nostre famiglie o presso noi stessi, più che tra coloro che non si professano cristiani. Il quadro che ne verrebbe fuori potrebbe stupirci, in bene o in male. Potrebbe essere che la risposta mette in imbarazzo anche il migliore dei teologi, così come potrebbe essere che i bimbi dell’asilo ne sappiano più di noi. Già… già, già.
Eppure, se ci fermiamo un attimo a riflettere noi sappiamo qual è il vero Spirito Natalizio. Lo cantiamo dalla notte del 24 fino al giorno dell’Epifania, tutti in coro e con grande fervore: Adeste fideles, læti triumphantes. Venite in Bethlehem. Natum videte Regem angelorum. Siamo invitati ad avvicinarci, a venire a Betlemme felici e cantando di gioia per vedere che e nato per noi il Re degli angeli, il Salvatore del mondo. Il Signore Dio si è fatto piccola e fragile creatura per entrare nella storia dell’Uomo. Non a caso, non giusto per “farsi un giro quaggiù”, ma perché ha voluto calarsi nella nostra umanità che è fatta di luci e di ombre.
Assumendo la nostra umanità Cristo diventa un vero compagno di viaggio per affrontare la Vita. Sa cosa significa essere umano, sa la fatica che si fa nel crescere e nel lavorare, ha provato dolore, abbandono e solitudine, ha anche gioito e pregato. Infine, ha sconfitto la morte facendoci tutti partecipi di questa vittoria.
«Dio si è fatto come noi, per farci come lui». Quando cantiamo queste parole, cogliamone il senso profondo! Dio che si fa uomo riporta l’uomo alla sua natura di figlio di Dio! Dio è in mezzo a noi, è con noi…è l’Emmanuele.
Ecco il vero Spirito Natalizio che non si limita ad aleggiare sulla terra nei giorni bui a fine anno. Questo Spirito, Spirito di Dio, è presente sempre, tutto l’anno e per tutti. Tante volte anche noi cristiani viviamo come se così non fosse. Il ritmo frenetico della vita moderna, la pigrizia spirituale che contraddistingue la nostra generazione e l’indifferenza, se non addirittura l’odio, verso la religione cristiana rischiano purtroppo di offuscare anche la luce di Cristo. Svegliamoci dal torpore di questo mondo che vuole l’uomo solo e indifeso.
Sta volgendo al termine il 2025, Anno Santo, Anno Giubilare, Anno di Fede, di Grazia e di Speranza. La Chiesa ci ha invitato in tanti modi a vivere questo Giubileo con la Speranza dei figli di Dio che sanno che Dio cammina sempre al loro fianco. Forse questa occasione di gioia ci è sfuggita. Ma proprio grazie a Dio Padre che concede sempre nuove occasioni di riscatto ai suoi figli, la religione cristiana e quella del “non è mai troppo tardi, alzati e cammina”…
Auguro a tutti di celebrare il Natale con lo Spirito Natalizio vero.
Contemplate Cristo che entra nelle nostre case, nelle nostre vite per portare gioia, forza, sostegno e speranza. E che questi doni vi accompagnino ogni giorno. Già… perché cristiani lo siamo sempre, e la felicità è lì… nella culla… a portata di mano.
E allora davvero: buon Natale! Vesel Božič! Bon Nadâl!
Don Alessandro Fontaine
dal Dom

Boa tarde de sexta-feira minha querida amiga Olga. Aproveito para desejar um Feliz Natal. Grande abraço carioca e do Brasil.
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