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martedì 21 ottobre 2025

UNABOMBER

 


Zornitta: «Vent'anni di vita rovinata, ora dimenticatemi»


 Unabomber è un bombarolo seriale non identificato, autore di numerosi attentati dinamitardi commessi nelle regioni italiane del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia tra gli anni 1990 e 2000. La sua strategia, priva di un chiaro movente, consisteva nel collocare ordigni esplosivi improvvisati in luoghi aperti al pubblico, che hanno procurato lesioni e menomazioni a chi ne è stato vittima. Il nome Unabomber è stato utilizzato dalla stampa italiana in analogia con il caso dello statunitense Theodore Kaczynski.

Le azioni attribuitegli sono, secondo le ricostruzioni[2], 31 o 33, distribuite su un arco temporale che va dal 1993 al 2007, con un periodo di quiescenza tra il 1997 e il 1999 compresi. L'autore (o gli autori) delle azioni è sempre stato ignoto, non ha rivendicato i suoi atti, non ha lasciato tracce tali da portare alla sua identificazione e ha seminato il panico in una vasta zona dell'Italia nord-orientale, incentrata sull'asse Pordenone-Portogruaro-Lignano Sabbiadoro.

Il suo caso è una delle vicende di cronaca nera che più hanno impressionato l'opinione pubblica italiana a cavallo fra gli anni 1990 e gli anni 2000, per l'inestricabilità, l'apparente irrazionalità e il terrore instillato nella popolazione dagli attentati, capaci di ferire obiettivi casuali e indifesi. L'autore, inoltre, ha colpito spesso in occasioni festose e più di una volta ha scelto come bersaglio i bambini.

Il personaggio

Il soprannome

Nel 2005 il direttore del Gazzettino Luigi Bacialli decise di adoperare il nome di Monabomber, mutuato dall'espressione volgare in lingua veneta mona, usata, in senso figurato, per indicare una persona sciocca. La scelta intendeva screditare l'attentatore ed evitarne la gratificazione: in questo senso fu condivisa da firme autorevoli[3][4] ma rigettata da altre, che la ritennero una violazione della deontologia giornalistica.[5] L'appellativo incontrò inoltre la contrarietà degli stessi giornalisti del Gazzettino, che si rifiutarono di utilizzarlo negli articoli,[6] del sindacato dei giornalisti del Veneto e della Federazione Nazionale Stampa Italiana.[7] Nel luglio 2006 Bacialli fu sostituito da Roberto Papetti e la testata ricominciò ad utilizzare il nome Unabomber.

Le attività

Unabomber colpiva con regolarità, ma non è ritenuto un serial killer, poiché le sue azioni non hanno mai causato direttamente nessun decesso e probabilmente erano finalizzate non ad uccidere ma a ferire, anche se più volte hanno sfiorato l'esito mortale; potrebbe non essere considerato propriamente neppure un terrorista, avendo agito per moventi oscuri e non rivendicando i gesti criminali e il loro significato. Gli inquirenti ritengono tuttavia possibile contestargli l'aggravante della finalità di terrorismo,che però non è mai stata inserita in un'imputazione formale o in una sentenza. Ad alcune vittime di Unabomber lo Stato ha riconosciuto un risarcimento in denaro, come in genere avviene per le vittime del terrorismo. La prima donna gravemente ferita, Anna Pignat, è deceduta nel 2008 senza averlo ricevuto; l'hanno ottenuto invece Anita Buosi (90.466 euro), Ludovica Gianni (38.418) e le due bambine di nove e sei anni ferite nel 2003 e nel 2005 (rispettivamente 190.455 e 53.786).

Unabomber è ricercato per una serie di reati inerenti lesioni personali di varia gravità e per tentato omicidio.

L'ultimo episodio criminale ricondotto ad Unabomber risale al 28 ottobre 2007; la lunga inattività si presta a svariate interpretazioni. Tra le possibili spiegazioni vi sono quelle secondo cui l'attentatore potrebbe essere morto, oppure potrebbe essere stato arrestato e incarcerato per un altro reato e non identificato, aver perso l'interesse a colpire o essere semplicemente in pausa.[11] C'è però chi formula ipotesi più complesse, sostenendo che possa trovarsi in psicoterapia o anche in terapia farmacologica.Alcuni inquirenti, come Domenico Labozzetta, dichiarano un sostanziale agnosticismo sul fatto che le indagini si siano mai realmente avvicinate al responsabile degli attentati. Gli investigatori ritengono comunque aperto il caso Unabomber, sostenendo la necessità di riprenderlo periodicamente in esame.

    continua https://it.wikipedia.org/wiki/Unabomber_

mercoledì 15 ottobre 2025

Scontri manifestanti- Polizia: 13 indagati, 2 arrestati. Tre indagati per l’invasione di campo

 


Per garantire la sicurezza nei giorni che hanno portato alla partita Italia-Israele, tra l’11 e il 15 ottobre, la Questura del capoluogo friulano ha disposto, con il concorso dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, di operatori delle Forze Speciali e della Polizia Locale, l’impiego di circa 3000 uomini, di cui 1104 solo nella giornata della partita.

Questi alcuni dei numeri che riassumono l’enorme sforzo delle Forze dell’ordine per garantire la sicurezza in città in occasione della disputa della gara Italia-Israele, valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali. Secondo la Polizia, sono stati circa 8000/9000 i manifestanti partiti da Piazza della Repubblica. In piazza Primo Maggio un gruppo composto da 200/300 persone ha cercato di forzare il cordone di Polizia in assetto antisommossa che ha dovuto ricorrere all’impiego di idranti e di circa 150 lacrimogeni per farli arretrare.
Nel corso degli incidenti, due giornalisti sono rimasti feriti: il primo di Rainews24 che ha riportato una lieve ferita alla gamba causata dal lancio di un sasso e il secondo di Local Team che ha riportato una vistosa ferita sotto l’occhio sinistro ed è stato ricoverato presso l’Ospedale di Udine.
A seguito delle condotte violente, sono state portate in Questura 15 persone (tutti cittadini comunitari tra cui 9 uomini e 6 donne) per i quali è stato emesso foglio di via dalla città Udine e due sono stati tratti in arresto. Il primo uomo arrestato per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale è stato tradotto in carcere questa mattina; il secondo è statoassegnato agli arresti domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale.

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