Moreno Tomazetig l’illustratore delle Valli
NATO: a Ougree – Liegi , Vallonia-Wallonie (Belgio) 12-11-1959
RESIDENTE a Prepotto (Ud) ITALY
STUDI: Iniasa, biennio grafica pubblicitaria (Udine 1977-1979). Graphecoop, Parigi, corsi di grafica, disegno e piccola editoria 1983-84. Viaggio di studio nelle terre del popolo Ainu-isola di Hokkaido, Giappone (Assoc.Vert-Monde 1984-85). Viaggio nella lapponia finlandese (programma Seeds – Lapponia finlandese 1990-92). Corsi di anatomia ed illustrazione presso Libera Accademia di Cividale (1996-1998) con i Maestri Dusik, Nardon e Brand.
Corso per mediatori linguistici e culturali, Provincia di Udine, 1998-1999.
Corsi di illustrazione presso la Scuola Internazionale di Illustrazione di Sarmede – Treviso (2002-03-04) con i Maestri Angeletti, Wolfsgruber, Junakovic, Cimatoribus.
Diploma CSEN, insegnamento yogabambini, metodo “Yoga in fiore”, Tricesimo (Ud) 2018.
LAVORO: attualmente socio della coop editoriale Most di Cividale (Ud) collaborazioni varie tra le quali illustratore per il giornale DOM di Cividale e Novi Glas di Gorizia, operatore esterno nelle scuole per i corsi di fumetto e doposcuola.
LINGUE PARLATE: francese, italiano, inglese base, friulano base e sloveno dialettale, rudimenti di finlandese.
fonte http://www.morenotomasetig.com


LA POLENTA
Polenta mia
Di Padre David Maria Turoldo
E finalmente la polenta
Tutto il paese, la sera, un dolcissimo odore di
Polenta appena rovesciata sul tagliere; ed era
Finalmente il richiamo per cui noi lasciavamo
di giocare a bandiera sulla piazza.
è la mamma non faceva più fatica a chiamarci
perché una voce, quella dell’appetito, ci portava
a casa tutti come rondoni.
polenta mia, quai se qualcuno parlerà male di te.
Io non ho mai conosciuto il pane: a casa il pane
lo mangiava soltanto chi si ammalava; ma era
un caso raro, e poi tanto poco da fare appena
una panà.
Ma la polenta! cosa nascondevi dentro la tua
sostanza per farci crescere tutti così grandi,
in fretta? tutti noi fratelli, alti come gambe
di granoturco, forti, instancabili più degli
altri (mai una malattia che ci abbia minati ); e,
ancora ragazzi, con il piccone, d’inverno,
a estirpare i ceppi perché il focolare fosse
sempre caldo .
Mattina, latte e polenta; mezzogiorno,
minestra e polenta; la sera, radicchio, lardo,
e ancora polenta . e, anzi, nei giorni duri,
di magra, io ricordo mio padre che tagliava
due fette dalla piccola montagna d’oro e me
ne metteva una per mano e mi diceva;
“ Ecco, una la chiamerai polenta e l’altra
formaggio”. e io che ci credevo; e addentavo
ora da una mano ora dall’altra, fingendo di
mangiare polenta e formaggio.
E gli amici, quelli delle poche famiglie ricche
del paese, mi prendevano in giro, m’insultavano,
io piangevo eppure non potevo pensar male della
polenta, non potevo dir male di mio padre.
padre Maria Turoldo
da polenta mia
La polenta un tempo cibo quotidiano molto povero,oggi è diventata una specialitàmais_evidenza
https://it.wikipedia.org/wiki/Polenta
Mi piace molto la polenta arrostita sul “spolert” e la Ocicana (Lusevera/Bardo) o polenta polita (Monteaperta/Viškorsa) cioè condita con burro fuso e latticello.Provare per credere!
Buon primo Aprile


vignetta di Moreno Tomazetig dal giornale Dom
Questo blog
Questo blog ha lo scopo di far conoscere la realtà delle minoranze linguistiche della provincia di Udine ed altro.E’ un tema poco conosciuto in Regione e in Italia.Spero che sia di vostro interesse.
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