Il Trattato di Osimo, firmato il 10 novembre 1975 tra Italia e Jugoslavia, ha stabilito in modo definitivo il confine tra i due paesi nella zona dell'ex Territorio Libero di Trieste, risolvendo la disputa territoriale sorta nel dopoguerra. Il trattato ha ufficializzato la divisione in base al Memorandum di Londra del 1954, con la Zona A (Trieste e dintorni) assegnata all'Italia e la Zona B (parte dell'Istria) alla Jugoslavia. La firma ha posto fine a una lunga fase di ambiguità legale e ha anche previsto accordi per la cooperazione economica tra i due stati.
Il trattato si inserisce nel contesto del dopoguerra, conclusosi con il Trattato di pace di Parigi del 1947, che aveva già ceduto gran parte della Venezia Giulia alla Jugoslavia e istituito il Territorio Libero di Trieste (TLT).
- Il TLT non si era mai costituito e la gestione dei poteri civili era stata affidata all'Italia (Zona A) e alla Jugoslavia (Zona B) nel 1954, secondo il Memorandum di Londra.
- Il Trattato di Osimo ha reso definitiva questa divisione de facto, ponendo fine alla questione del confine adriatico che aveva generato forti tensioni.
- Oltre al trattato sulla frontiera, è stato firmato anche un accordo per promuovere la cooperazione economica.
- La firma suscitò proteste a Trieste, soprattutto da parte degli esuli istriani, che speravano in un ritorno della Zona B all'Italia, e critiche per alcuni aspetti economici del trattato, come il progetto di una zona franca industriale che non fu mai realizzato.
- Il trattato è entrato in vigore nel 1977 e ha continuato ad essere valido anche dopo la dissoluzione della Jugoslavia, con l'Italia che ha riconosciuto Slovenia e Croazia come successori degli impegni internazionali della Jugoslavia.
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