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sabato 18 ottobre 2025

VIRGILIO GIOTTI


Biografia

Nacque a Trieste, all'epoca ancora parte dell'Impero austro-ungarico, il 15 gennaio 1885, figlio di Riccardo Schönbeck, triestino d'origini in parte germano-boeme, e di Emilia Ghiotto, veneta, dal cui cognome desunse il suo d'arte. Nel 1907 si trasferì con la famiglia a Firenze per sfuggire alla leva asburgica e per diversi anni fece il viaggiatore di commercio, recandosi soprattutto in Svizzera. Secondo la testimonianza di Prezzolini, non ebbe contatti con "La Voce". Nel 1912 conobbe la moscovita Nina Schekotoff, che presto diventerà la sua compagna e dalla quale avrà tre figli: la piccola Tanda (Natalia), e Paolo e Franco che perderanno la vita in Russia durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1920 ritornò a Trieste, ma, pur pubblicando prose e soprattutto liriche in alcune importanti riviste (tra cui "Solaria") cui lo avvicinavano gli intellettuali triestini - in particolare Giani Stuparich -, visse isolato fino alla morte (21 settembre 1957) lavorando prima come edicolante e in seguito come impiegato presso l'Ospedale Maggiore di Trieste.

Importante nella sua formazione l'amicizia con il poeta Umberto Saba e il filosofo Giorgio Fano, il quale sposò in prime nozze sua sorella Maria. Tuttavia, quando Giorgio la lasciò per la scrittrice Anna Curiel, Maria si suicidò portando con sé nella morte il figlioletto malato; questa tragedia è narrata nei dettagli nel libro "Giorgio e io"[1]. Esordì a Firenze nel 1914 con il "Piccolo canzoniere in dialetto triestino" a cui fecero seguito "Caprizzi, Canzonete e Stòrie" pubblicate nell'edizione di "Solaria" nel 1928, "Colori" nel 1941, "Sera" nel 1946, "Versi" nel 1953. Il poeta sottopose sempre i suoi testi a rigorosa elaborazione di cui si conservano ancora numerose redazioni a mano o dattiloscritte.

Fu autore anche di delicate poesie in lingua, come "Liriche e idilli" pubblicate dall'edizione di "Solaria" nel 1931, oltre che di un diario privato, "Appunti inutili", che è stato pubblicato recentemente e di alcuni racconti; tradusse nel 1946, dal russo, la “Lettera alla madre” del poeta Esenin. La sua lirica in triestino fu sempre ben apprezzata fin dal 1937 quando il critico Pietro Pancrazi dedicò al poeta triestino un articolo sul "Corriere della Sera". Altri famosi critici, come il Fubini, il Sapegno, il Segre, il Contini ne scrissero parole positive. Pier Paolo Pasolini scrisse di Giotti un ritratto molto veritiero così come Stuparich nel 1944 in "Trieste nei miei ricordi".

Poetica

Nei primi versi di Giotti si avverte l'influenza di Pascoli, di Gozzano e dei crepuscolari, nello stile e nei temi; a partire da "Caprizzi, Canzonete e Stòrie" nei suoi versi domineranno i motivi melodici che lo avvicineranno a Di Giacomo e a certa produzione di Saba.

Il dialetto di Giotti è un dialetto che, pur rimanendo naturale, non è vernacolare ma intellettualistico e sembra contrastare con il carattere dei suoi temi legati al quotidiano di una Trieste molto interiorizzata. Diversamente da Svevo e Saba, la Trieste di Giotti non è il porto asburgico della Mitteleuropa quanto piuttosto un quadro semplice di affetti e persone: la sua triestinità, aliena dalla ricerca del pittoresco e del folclorico, risiede nell'uso del dialetto e nell'ambientazione, sfondo per una poesia di elevata tensione lirica.

Nei suoi versi prevale la quartina di endecasillabi ritmati in modo parziale con tipiche inversioni metriche ("Dei purziteri,/ ne le vetrine") che rendono ben bilanciate le figure sintattico-ritmiche "le feste/ de Pasqua xe vignude, e vignù xe/ l'istà").
Tipico di Giotti è anche l'uso dell'enjambement, soprattutto nella seconda raccolta, che arriva a dividere non solo i gruppi sintattici tra strofa e strofa o tra verso e verso, ma anche la stessa parola in due parti ("veda-/rò"; "de con-/ tentezze"). Il periodo spesso non coincide con la strofa e viene spezzato al centro da forti pause e la punteggiatura è fittissima e analitica. Per trovare un accordo maggiormente colloquiale, tra sintassi e metro bisogna arrivare all'ultima raccolta, più vicina a certi versi di Saba, dove l'endecasillabo diventa elegiaco.






venerdì 17 ottobre 2025

VENTO D'AUTUNNO

 

ELABORAZIONE IA DI UNA FOTOGRAFIA Di ALEKSEI AGAFONOV/UNSPLASH

Vento d’autunno


MARIO LUZI

SE PURE OSI

Vento d’autunno e di passione. E polvere,


polvere che striscia sulla terra
di queste vie più candide che ossa.
Tempo, questo, che il cuore oppresso s’agita,
revoca in dubbio quel che fu reale,
non fiaba, non apparizione vana.
Tue notizie che possono recarmi?
Ti conosco abbastanza per saperti
inquieta, sono certo che osi appena,
se pure osi, chiederti che penso.
Penso a te, alla tua passione schiusa,
alla luce di gemma ch’è dell’Umbria
di prima estate tra Foligno e Terni,
mi chiedo, scusa la follia, se mai
una gioia sarà gioia per sempre
o comunque sia colma la misura
delle cose che devo amare e perdere.

(da Onore del vero, Garzanti, 1957)

.

Le poesie di Mario Luzi prendono spesso l'avvio da una visione del paesaggio che dagli occhi del poeta si collega al suo stato d'animo: l'autunno che dispone i suoi colori sui campi e sulle piante lo trova con il cuore oppresso dal rapporto complicato con una figura femminile che rimane nell'ombra, illuminata appena dalla luce umbra, dai dubbi che essa comporta.

giovedì 16 ottobre 2025

VISITARE LA SLOVENIJA

La Slovenia (verde scuro) nell'Unione europea (verde chiaro)
La Slovenia (verde scuro) nell'Unione europea (verde chiaro)


 

Dati amministrativi
Nome completoRepubblica di Slovenia
Nome ufficialeRepublika Slovenija; Repubblica di Slovenia; Szlovén Köztársaság
Lingue ufficialisloveno
Altre lingueitaliano e ungherese (lingue regionali o locali[1])
Capitale Lubiana
Politica

La Slovenia, ufficialmente Repubblica di Slovenia (in sloveno Republika Slovenija, in ungherese Szlovén Köztársaság), è uno Stato sovrano dell'Europa centrale. Confina a ovest con l'Italia (Friuli-Venezia Giulia), a nord con l'Austria, a est con l'Ungheria e a sud con la Croazia, affacciandosi a sud-ovest sul mare Adriatico (golfo di Trieste). La sua capitale è Lubiana.

Dal 1º maggio 2004 la Slovenia è uno stato membro dell'Unione europea; dal 1º gennaio 2007 l'euro è diventato la valuta nazionale, sostituendo il tallero sloveno, adottato nel 1991 dopo l'indipendenza; precedentemente la moneta era il dinaro iugoslavo. Nella regione istriana del Paese vive una comunità autoctona italiana, mentre nella zona di confine orientale si trova quella ungherese; crescente è l'immigrazione serba e bosniaco-erzegovina.

Dal 2000 la Slovenia è membro dell'Iniziativa Adriatico Ionica, che ha lo scopo di favorire il processo di integrazione dei paesi balcanici all'interno dell'Unione europea[9]. La Festa nazionale slovena, così come quella croata, ricorre il 25 giugno, anniversario della dichiarazione d'indipendenza del 1991 dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia

i 3 ponti/tromostovje

chiesa delle orsoline








CIBI TIPICI






crem šnita

 millefoglie alla crema dei Balcani

potica





 čevapčiči


impanata lubianska



idriski žlikrofi



































































Poesia di Lucianna Argentino

 


La carità delle sue mani

quando ho fame
e sfamano il mio desiderio;
quando ho sete
e dissetano la mia arsura;
quando sono straniera
e mi accolgono nella loro terra calda;
quando sono nuda
e mi vestono della loro nudità;
quando sono malata
e curano il mio male nutrendomene;
quando sono prigioniera
e visitano la mia cella con passi impazienti.
La carità delle sue mani
infine assopite nel nostro segreto vegliare.

 

Inedito da In canto a te

Lucianna Argentino

mercoledì 15 ottobre 2025

Web sul blog: Espressioni (scrittura, poesie e racconti con arte...

Web sul blog: Espressioni (scrittura, poesie e racconti con arte...: Angolo curato e gestito da  Pia Rita Scalzullo La luna e la pietra Di questa storia non sono diretto testimone. Non potrei esserlo per vari ...

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Improvvisa la fantasia.

 



IMPROVVISA, LA FANTASIA...

di Riccardo Bacchelli (1891-1985)

Improvvisa, la fantasia m'ha condotto per le strade
rettilinee del Bolognese, bordate di rami
freddolosi, toccati dall'ottobre , con prospettive
di persiane verdi allineate sulle facciate.
Il Reno si stacca dai monti con incantevoli
indugi  e prende spazio  in pianura, alberi
e frutteti si spogliano con incredibile bellezza,
riposano al sole le terre. È il tempo
adesso che le cantine odorano di fermentazione,
e il contadino esce senz'arnesi a guardare
forse se qualche fosso non scola. Le terre,
gli uomini, il paese fortunato nelle adiacenze
del fiume, godono questo sole breve.
Gli uccelli son di passo.

(Da "Memorie del tempo presente", Milano 1953)

Scontri manifestanti- Polizia: 13 indagati, 2 arrestati. Tre indagati per l’invasione di campo

 


Per garantire la sicurezza nei giorni che hanno portato alla partita Italia-Israele, tra l’11 e il 15 ottobre, la Questura del capoluogo friulano ha disposto, con il concorso dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, di operatori delle Forze Speciali e della Polizia Locale, l’impiego di circa 3000 uomini, di cui 1104 solo nella giornata della partita.

Questi alcuni dei numeri che riassumono l’enorme sforzo delle Forze dell’ordine per garantire la sicurezza in città in occasione della disputa della gara Italia-Israele, valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali. Secondo la Polizia, sono stati circa 8000/9000 i manifestanti partiti da Piazza della Repubblica. In piazza Primo Maggio un gruppo composto da 200/300 persone ha cercato di forzare il cordone di Polizia in assetto antisommossa che ha dovuto ricorrere all’impiego di idranti e di circa 150 lacrimogeni per farli arretrare.
Nel corso degli incidenti, due giornalisti sono rimasti feriti: il primo di Rainews24 che ha riportato una lieve ferita alla gamba causata dal lancio di un sasso e il secondo di Local Team che ha riportato una vistosa ferita sotto l’occhio sinistro ed è stato ricoverato presso l’Ospedale di Udine.
A seguito delle condotte violente, sono state portate in Questura 15 persone (tutti cittadini comunitari tra cui 9 uomini e 6 donne) per i quali è stato emesso foglio di via dalla città Udine e due sono stati tratti in arresto. Il primo uomo arrestato per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale è stato tradotto in carcere questa mattina; il secondo è statoassegnato agli arresti domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale.

martedì 14 ottobre 2025

Don Emilio Cencig e la sua Montefosca

 


La festa delle castagne, domenica 12 ottobre a Montefosca, organizzata dalla Planinska družina Benečije, si svolgerà nel ricordo del compaesano don Emili Cencig, a cent’anni dalla nascita. Il programma prevede: alle 9 partenza della camminata da Stupizza; alle 11.30 la santa messa accompagnata dal coro Rečan_Aldo Klodič; alle 12.30 l’inaugurazione della mostra fotografica su don Emilio Cencig nel museo dei Blumari; alle 13 il pranzo; alle 15 la presentazione del libro Moj Čarni varh / La mia Montefoca, edito dalla cooperativa Most, con la storia del paese scritta da don Cencig.

dal Dom

lunedì 13 ottobre 2025

Il ministro Valditara non conosce lo sloveno

 “Questo incontro nasce da due spunti: uno è il programma che viene presentato al Ministero dell’Istruzione e che omette de facto le lingue minoritarie, cosa gravissima perché ritengo che la legge 482 del 1999 ha dato un input per le tre minoranze storiche e per le rimanenti minoranze linguistiche, che hanno tutti i diritti tutelati dall’articolo 6 della Costituzione. Il secondo spunto mi è arrivato dalla visita del Presidente Mattarella in Slovenia, dove sia lui sia la presidente slovena hanno sottolineato l’importanza delle minoranze come ponte tra i vari Paesi. Credo quindi che discutere anche in Senato delle lingue minoritarie, che sono una plusvalenza dei territori e del nostro Paese, sia stato importante farlo e lo faremo ancora. I nuovi programmi scolastici recentemente presentati dal ministro dell’Istruzione Valditara sono fortemente ideologizzati e non fanno alcun accenno alle lingue delle minoranze linguistiche del nostro Paese. Vale ad esempio per lo sloveno, lingua comunitaria parlata dalla minoranza storica slovena del Friuli Venezia Giulia, o per il friulano, lingua parlata da oltre mezzo milione di cittadini e tuttora in attesa della completa applicazione della legge 482/99.” 

Così si è espressa la senatrice del Partito Democratico Tatjana Rojc che ha organizzato mercoledì 1º ottobre nella Sala Caduti di Nassirya del Senato un incontro pubblico sul tema. Oltre alla parlamentare slovena hanno parlato la prof. Silvana Ferreri, già ordinaria di Didattica delle lingue moderne all’Università della Tuscia di Viterbo, il prof. Francesco De Renzo, associato di Linguistica educativa presso La Sapienza di Roma, e il prof. Domenico Morelli, presidente del Comitato nazionale federativo minoranze linguistiche d’Italia (Confemili).

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha dato disposizione per lo studio di una seconda lingua comunitaria, nello specifico del francese, dello spagnolo e del tedesco. In questo contesto viene del tutto omesso o dimenticato lo sloveno, per altro anch’esso lingua comunitaria. Lo sloveno è dunque non solo una delle lingue ufficiali dello Stato italiano, al pari del tedesco e del francese, ma lo è anche nel contesto comunitario, dunque europeo. L’aspetto linguistico come espresso nella Costituzione rappresenta un elemento di importanza basilare che, assieme a quello nazionale, etnico, religioso e culturale, contribuisce a definire l’identità individuale e collettiva dei singoli gruppi. La tutela costituzionale mira dunque a garantire alle lingue minoritarie una posizione di pari dignità sociale rispetto ad altri gruppi, in particolare nei confronti della popolazione di lingua italiana. La presenza della comunità slovena rappresenta un elemento fondamentale pure per il riconoscimento dell’autonomia speciale alla Regione Friuli Venezia Giulia.

Ritengo che questo sia un patrimonio da coltivare includendolo nei programmi di istruzione a tutti i livelli, dalle scuole primarie fino agli atenei. Ecco perché ci ritroviamo a parlare di lingua e lingue, specificità e ricchezza del nostro Paese.

Tatjana Rojc

Senatrice della Repubblica italiana

Recentemente i presidenti della Slovenia e dell’Italia, come ha sottolineato la senatrice, hanno ribadito l’importanza e il ruolo delle minoranze che costituiscono il ponte tra i nostri due Paesi. Il cosiddetto ‘confine orientale’ è stato, nel corso del Novecento, terreno di aspri scontri. Oggi è luogo di incontro, di scambi culturali ed economici, di collaborazione. Il Friuli Venezia Giulia è terra di frontiera, in cui i confini sono caduti. In Regione convivono pacificamente cittadini di lingua italiana, slovena, friulana e tedesca. “Ritengo che questo sia un patrimonio da coltivare includendolo nei programmi di istruzione a tutti i livelli, dalle scuole primarie fino agli atenei. Ecco perché ci ritroviamo a parlare di lingua e lingue, specificità e ricchezza del nostro Paese.” Infine Rojc ha ricordato che l’Italia ancora non ha ratificato la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, firmata a Strasburgo nel novembre del 1992.

Il presidente del Confemili Domenico Morelli ha evidenziato che nelle indicazioni proposte al ministro Valditara non viene adeguatamente affidato alla scuola il compito di valorizzare il ricco mosaico di lingue che caratterizza il territorio nazionale, garantendo il diritto degli appartenenti alle minoranze linguistiche ad apprendere la propria lingua materna. La proposta incoraggia apertamente lo studio di una seconda lingua comunitaria ma non viene fatto cenno alle altre 10 lingue minoritarie presenti sul territorio nazionale. Le lingue delle minoranze linguistiche storiche, elencate dalla legge 482 del 1999, rappresentano una ricchezza culturale particolare che va adeguatamente valorizzata nel quadro dell’insegnamento plurilingue e delle iniziative progettuali, specialmente nei territori d’insediamento di dette minoranze. In sintesi, ha concluso Morelli, le indicazioni del Ministero promuovono un’educazione inclusiva e rispettosa delle differenze, ma non approfondiscono né elencano le minoranze linguistiche storiche riconosciute dalla legge italiana.

La professoressa Silvana Ferreri (moglie dell’ex ministro dell’Istruzione Tullio De Mauro) ha definito i programmi recentemente pubblicati “miopi, presbiti e strabici” per come hanno affrontato il tema del plurilinguismo, un principio riconosciuto dalle norme e presente nella tradizione letteraria italiana.

Francesco De Renzo ha infine evidenziato gli aspetti giuridici che obbligano le scuole a insegnare le lingue minoritarie sottolineando che è la stessa Costituzione a sancire il diritto all’apprendimento della propria lingua madre per cui le linee guida ministeriali devono rimuovere gli ostacoli all’insegnamento di altre lingue, e non il contrario. L’Italia è multilingue, come tutta l’Europa, ed è noto a tutti che le lingue uniscono e non dividono.

(r.p.)

dal Novi ;Matajur

VIRGILIO GIOTTI

Biografia Nacque a Trieste , all'epoca ancora parte dell' Impero austro-ungarico , il 15 gennaio 1885 , figlio di Riccardo Schönbe...