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| disegno di Emilio Cencich |
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| disegno di Emilio Cencich |
Per questo, lo scorso 22 novembre, nove residenti dei paesi dell’alto corso del fiume – sia in Italia che in Slovenia –, hanno dato vita all’associazione ‘Abitanti della Val Judrio – Prebivalci Idrijske doline’. Il fine, ci spiega il presidente Giulio Bisesi, è quello di proteggere il fragile ecosistema della valle, dei corsi d’acqua, della biodiversità animale e vegetale. “Negli ultimi anni, con la diffusione dei social network, – ci dice Bisesi –l’afflusso di persone è in costante aumento. Di per sé questo non sarebbe un problema, anzi è un bene che il valore di questo paesaggio venga riconosciuto e che le persone possano visitarlo. La situazione va però regolamentata.” Ogni settimana, ci dice, raccoglie personalmente diversi sacchi di immondizia lasciati sulle sponde del fiume. L’uso di prodotti chimici dei bagnanti (anche solo i collari antipulci dei cani) compromette pesantemente la qualità dell’acqua, con ovvie ripercussioni sulle specie animali che lo abitano. Inoltre, aggiunge il presidente della nuova associazione, negli ultimi tempi si assiste a un crescente afflusso di mezzi a motore. Lo scorso anno lungo il corso del fiume, fra boschi e radure, si sono ritrovati più di 200 motociclisti. Un danno per le viabilità, per gli animali, per le uova dell’ululone dal ventre giallo, una rana la cui presenza in Italia è considerata a rischio sopravvivenza. Che lì, nell’alta valle del Judrio, depone le uova quasi esclusivamente nelle pozze della strada bianca che costeggia la riva del fiume.
L’associazione, già nello statuto, ha anche individuato uno strumento di tutela che ai nostri lettori dovrebbe suonare familiare: fra le finalità, infatti, c’è quella di istituire un biotopo naturale.
Un riconoscimento giuridico regionale che potrebbe regolamentare la pressione antropica sul territorio. Senza vietarla, ma informando adeguatamente i visitatori sui comportamenti da tenere, consentendo le attività che possono mantenere l’equilibrio del territorio, limitando quelle che possano comprometterne la sopravvivenza. “Un riconoscimento necessario – chiosa Bisesi – visto che le valli ‘pulite’ come questa, non in montagna, sono rarissime. Se dovesse diventare un parco giochi, come sta rischiando di diventare, perderemmo una perla, per cui noi siamo disposti a lottare con le unghie e con i denti”.
Le amministrazioni comunali di Stregna e Kanal ob Soči, abbiamo appurato, concordano sul fatto che la l’alta valle del Judrio necessiti di una qualche forma di tutela. Anche se resta aperta la questione delle diverse normative che disciplinano la materia nei due Stati.
Lo statuto dell’associazione si riferisce al territorio – sulle due sponde – compreso fra le frazioni di Melina e Clabuzzaro.
Il biotopo che viene proposto sarebbe quindi il secondo sul territorio comunale di Stregna, visto che, più in alto, nel 2019 è stato istituito quello dei ‘Prati di Tribil Inferiore – Dolenji Tarbij’. Già nel corso dell’estate, le amministrazioni comunali di Pulfero e Torreano hanno mosso i primi passi per l’istituzione di due biotopi, sul monte Joanaz e sul Kraguenca. Quindi proprio su quei prati su cui pende la spada di Damocle del progetto per il grande parco eolico ‘Pulfar’. L’idea di istituire lì un biotopo, inoltre, era anche uno dei punti della petizione promossa dal Comitato Proteggiamo il Craguenza / Zaščitimo Kraguojnco, sottoscritta da più di 3mila cittadini e consegnata in Consiglio regionale a Trieste lo scorso 29 ottobre.
Le iniziative si muovono tutte nella direzione di quella che potrebbe essere una novità legislativa: la Regione sta infatti predisponendo una revisione delle leggi che disciplinano le aree naturali tutelate e dovrebbe introdurre una nuova forma di salvaguardia: ‘la rete di biotopi’, una sorta di forma di tutela intermedia fra parco regionale e singolo biotopo.
dal Novi Matajur
Mi sveglio ogni mattina progettando la mia fuga
Ma che ne sarà dei miei figli?
Chi mi crederà?
Chi mi darà una casa?
Passano gli anni e io sto ancora aspettando
Quando finirà tutto questo?
Il mio trucco non copre il mio viso livido
Il mio sorriso non nasconde il mio volto tirato.
Eppure, nessuno viene ad aiutarmi
Dicono: andrà meglio
Dicono: non parlarne
Dicono: questo era il mio destino
Dicono: una donna deve tollerare
I panni sporchi si lavano in famiglia, dicono.
Quando finirà tutto questo?
Ancora una volta, trascina il mio corpo sul pavimento.
Mi soffoca e io lo imploro di non uccidermi.
Ancora una volta, pretende il mio silenzio
Ancora una volta mi dice che non merito di vivere.
Ne ho avuto abbastanza
Non voglio tacere
Vivrò
Troverò la libertà
Tutto questo finirà oggi.
(trad. Libreriamo)
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| immagine creata con IA |
(da Ancora un ricordo, 1967)
Halina Poświatowska nata Halina Myga (Częstochowa, 9 maggio 1935 - Varsavia, 11 ottobre 1967), poetessa e scrittrice polacca. La sua poesia è appassionata ma non sentimentale e tratta i temi dell'amore e della morte e dell'ineluttabilità del suo destino - aveva un difetto cardiaco allora incurabile.
continua su: https://www.fanpage.it/live/maltempo-diretta-frana-friuli-gorizia-dispersi-notizie-18-novembre-2025/ https://www.fanpage.it/
La sua storia è stata raccolta nel docufilm di Aljaž Škrlep, prodotto da Rai Slovenski program e realizzato da Video Pro, ‘Živa Gruden: da Opicina alla Benecia’, presentato in anteprima allo Slovenski kulturni dom di San Pietro lo scorso 7 novembre.
Trentuno minuti in cui, ha spiegato il regista introducendo la proiezione, “Živa racconta Živa”, con una serie di interviste realizzate sui luoghi più significativi in cui ha vissuto, superando la sua proverbiale reticenza a parlare di se stessa.
continua https://novimatajur.it/home/ziva-racconta-ziva-una-vita-da-opicina-alla-benecia.html
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| FOGOLAR A VILLANOVA ZAVARH |
Io faccio il Presepio di foglie di mais e voi? Il presepe o presepio è una qualsiasi rappresentazione che raffigura la Natività di G...